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Disturbi alimentari in adolescenza. Quando il cibo aiuta nella gestione delle emozioni

10 Ottobre 2022

I disturbi alimentari in adolescenza possono assumere forme molto differenti e complesse. In precedenti articoli sul mio blog ho parlato di anoressia in adolescenza. In tali situazioni si sperimenta l’astinenza dal cibo, comportamento che dà sollievo emotivo temporaneo ma che rende la problematica alimentare sempre più grave. Vi sono molti fattori in gioco, tra quelli più significativi: il rapporto con il gruppo dei pari (i compagni, gli amici), la ricerca di autonomia e la gestione delle emozioni. Tutti aspetti che rischiano di trovare in maniera impropria nell’alimentazione uno strumento per regolare le emozioni e quindi anche i comportamenti. Spesso il cibo si pone come “metronomo” per favorire un equilibrio. Tuttavia quello che quasi sempre accade in giovane età è di perdere il controllo della situazione, e di ritrovarsi in “labirinti” emotivi difficili da gestire. Nell’articolo di oggi parleremo di una situazione adolescenziale di connubio fra ansia e alimentazione. 

 

Disturbi alimentari in adolescenza e la paura delle relazioni sociali

(nome di fantasia) è un ragazzo di 17 anni timido e silenzioso. Chiede ai genitori di poter essere aiutato da uno specialista in quanto sente di avere delle difficoltà dal punto di vista relazionale.

 “Faccio fatica a stare con gli altri. Temo il loro giudizio, come se non fossi all’altezza delle situazioni e mi sento bloccato”. 

Quando M. si trova con altre persone al di fuori della cerchia familiare, non si sente a suo agio. Descrive sensazioni di preoccupazione, non sa bene cosa dire e come comportarsi. Decide pertanto di evitare uscite pomeridiane o serali, preferendo rimanere a casa. In alcuni casi è riuscito ad affrontare la situazione, riuscendo a sentirsi in grado di convivere con gli altri. Tuttavia tali esperienze non sono state sufficienti a convincerlo e a renderlo più sicuro. 

Disturbi alimentari in adolescenza, quando il cibo prende il sopravvento

Afferma ancora: 

“Ho iniziato a mangiare in maniera esagerata ogni volta che mi sentivo triste. Questa condizione di paura mi ha fatto avvicinare al cibo. Il problema è che ho preso anche qualche chilo e la voglia di uscire si è ulteriormente ridotta.”

ha trovato nel cibo uno sfogo, un momento di pace e tranquillità. Nel rapporto con il cibo si è sempre trovato a suo agio, ha sempre mangiato con gusto, concedendosi a volte delle trasgressioni. Ma nell’ultimo periodo si è reso conto di aver esagerato. Al termine dei pasti si sente in colpa, compare la paura di ingrassare e di non riuscire a perdere peso.

Il percorso di Psicoterapia Breve Strategica

Il percorso terapeutico di M. si è incentrato inizialmente sulla paura che mostrava nell’interagire con gli altri. Durante le sedute è emersa una sua discreta capacità relazionale, le difficoltà erano soprattutto incentrate nelle relazioni con le ragazze e sulla considerazione di non sentirsi all’altezza. In particolare M. si è accorto che le uscite serali e pomeridiane si svolgevano in un contesto insoddisfacente. Abbiamo allora cominciato a lavorare su questo aspetto, favorendo un criterio che mettesse al centro le sue decisioni e ciò a cui lui piaceva davvero. La scelta è stata vincente, sentirsi a proprio agio nelle uscite ha permesso di migliorare anche le sue modalità di relazione con le ragazze, trovando quella autostima in se stesso che gli era sempre mancata.

Il piacere nell’alimentazione

Migliorando gli aspetti relazionali M. ha avuto un deciso beneficio in termini generali. Lo stesso criterio vincente è stato applicato sul versante alimentare. Ci siamo concentrati sulla necessità di disciplinare in maniera regolare le abitudini alimentari, mantenendo la scelta nell’ambito dei cibi preferiti e includendo addirittura qualche piacevole trasgressione di tanto in tanto. M. ha reagito positivamente, la sua collaborazione attiva ha comportato miglioramenti immediati, al punto di riuscire a concedersi il gelato, alimento particolarmente gradito, senza provare sensi di colpa. La cosa che lo ha stupito di più è stato il fatto che è addirittura riuscito a dimagrire. Insieme alla dieta ha ripreso l’attività sportiva, senza togliersi nulla a livello alimentare. Il cibo non è più un problema, dal momento che riesce a nutrirsi con equilibrio e piacere. 

Disturbi alimentari e paura: come intervenire

La storia di M. è esemplificativa di come sia fondamentale lavorare su diversi livelli. La dinamica alimentare è strettamente connessa con l’aspetto emotivo e devono essere prese in considerazioni entrambe. La Terapia Breve Strategica in generale mira proprio a lavorare sulle emozioni in gioco, cercando di trovare soluzioni efficaci per sbloccare il momento di difficoltà. Approfondendo e affrontando entrambi gli aspetti, ansiogeno e nutrizionale, si è giunti ad un intervento completo e risolutivo. 

 

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Una guida sui disturbi del comportamento alimentare e su come la terapia breve strategica favorisce un nuovo benessere alimentare

 

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Tag: adolescenza, anoressia giovanile, bulimia, depressione in adolescenza, disturbi alimentari

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