La dipendenza da droghe può essere analizzata tenendo presente diverse chiavi di lettura e differenti prospettive: medica, biologica, psicologica, sociale. E’ un fenomeno complesso e con molte variabili.
Approfondiremo la dipendenza da sostanze partendo da un interessante articolo proposto da Nora Volkow, George Koob, e Thomas McLellan pubblicato in “New England Journal of Medicine” intitolato “Neurobiologic Advances from the Brain Disease Model of Addiction”. In tale pubblicazione si prendono in esame le dinamiche cerebrali e neuronali coinvolte nell’instaurarsi della dipendenza.
L’articolo propone la seguente definizione di “dipendenza”:
“è la fase più grave, la fase cronica di abuso della sostanza, in cui vi è una sostanziale perdita di autocontrollo, come indicato dalla compulsiva assunzione di droga nonostante il desiderio di interrompere l’assunzione della droga”
Questo concetto è facilmente descrivibile anche attraverso le parole di A., un paziente che ho seguito per alcuni anni:
“avrei anche voluto smettere, ma poi c’era il mio compleanno ed il sabato dopo il compleanno del mio migliore amico ed in settimana la partita allo stadio, come avrei potuto non farne uso in tutte quelle situazioni?”
Nell’articolo di Volkov, Koob e Mc.Lellan vengono descritte tre fasi che una persona attraversa lungo la strada della dipendenza:
Questi tre stadi sono connessi al consumo di tabacco, alcol, stimolanti, cocaina, oppiacei e marijuana; ogni fase è associata a cambiamenti neurobiologici in specifiche aree cerebrali.
Quando la dipendenza si sviluppa diventa difficile riuscire a modificare tali cambiamenti cerebrali, necessita molto tempo e percorsi terapeutici accurati.
Nella prima fase la sostanza genera sensazioni piacevoli e divertenti.
La “necessità” di continuare a vivere tali emozioni piacevoli che – seppure artefatte ed ingannevoli – alleggeriscono la quotidianità, facendola vivere in maniera apparentemente più semplice, apre le porte alla dipendenza.
A. ricorda queste sensazioni spiegando che:
“quando usavo cocaina non avevo problemi. O meglio riuscivo benissimo a gestire tutte le situazioni perché evitavo i miei problemi, vivevo alla giornata, stavo bene. Purtroppo quando finisce l’effetto tutto torna, anzi le cose di solito sono peggiori. Ho smesso di pagare le bollette per un anno, mi hanno staccato il riscaldamento ma comunque me ne fregavo, l’importante era farmi”.
Maggiori quantità di sostanza vengono assunte, maggiori sono le probabilità di cambiamenti neuronali e del comportamento, con conseguente pericolo di dipendenza.
Le regioni del cervello nel sistema limbico sono note per essere coinvolte nella regolazione emotiva. Il continuo e frequente consumo di droghe determina un adattamento del sistema limbico alle sostanze stupefacenti. Come se la sostanza diventasse qualcosa di “normale”, con la conseguenza che un mancato consumo può portare a sensazioni di inquietudine e ansia.
“Non potevo farne a meno. Mi alzavo alla mattina e iniziava l’odissea. Andare dallo spacciatore, poi di corsa al lavoro, poi ancora a farmi in bagno, non stop fino alla sera. Un’agonia che al solo pensarci mi batte il cuore a mille”
Spesso A. ricorda con amarezza e senso di colpa la sua vita passata.
Preoccupazione e “craving”
In questo contesto, con il termine “craving” si intende il desiderio intenso, incontenibile, la voglia matta di soddisfare un nostro desiderio o impulso.
“Una volta non ho resistito e mentre ero al lavoro, senza coca, me ne sono andato, non ho detto niente a nessuno. Non potevo fare a meno di una “busta”, per fortuna nessuno si è accorto di niente. Ma quando sei in quella fase prima o poi il lavoro lo perdi.”
L’esposizione ripetuta a sostanze stupefacenti porta anche ad un ricablaggio delle regioni cerebrali che regolano la motivazione, per tale motive spesso si crea un forte desiderio di ottenere nel minor tempo possibile la sostanza. La capacità di una persona di resistere a stimoli forti è compromessa, con la conseguenza di comportamenti compulsivi legati al consumo di stupefacenti.
Se ti ritrovi in una di queste fasi oppure vorresti essere aiutato ma non sai cosa fare, contattami in privato o scrivimi un messaggio.
Nota bibliografica
The New england Journal of medicine: “Neurobiologic Advances from the Brain Disease Model of Addiction” Nora D. Volkow, M.D., George F. Koob, Ph. and A. Thomas McLellan, Ph.D.. January 2016; pag. 374:363-371.
Categorie: Dipendenze
Tag: dipendenza da droghe
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