“Cosa fare se mio figlio fuma cannabis?” Nel corso degli anni mi è capitato spesso di rispondere a questa domanda, che in fondo rivela la necessità di capire e di affrontare il problema. Genitori preoccupati, che conoscono solo superficialmente il tema della dipendenza, le abitudini legate al consumo ed i rischi che i ragazzi possono correre. Spesso la paura che li assale nello scoprire il consumo da parte del proprio figlio/a, crea un clima di tensione, di chiusura e di sfiducia in famiglia. Affronteremo nel seguente articolo alcuni aspetti chiave in relazione al fatto di arrivare a scoprire che nostro figlio/figlia fuma cannabis.
S. ha 15 anni e viene scoperto a fumare cannabis a scuola. La madre mi chiama preoccupata, chiedendomi cosa fare e come intervenire. Non sa da dove cominciare, ha paura che il figlio possa diventare un tossicodipendente, spera che io la possa aiutare a trovare una via d’uscita. In questa situazione l’intervento si è basato in prima istanza sul ragionare insieme al ragazzo riguardo alle sue modalità di consumo. S. fuma con gli amici, non prova realmente un grande piacere nel fumare. Non sa neanche lui indicare le motivazioni, il perchè, riferisce che il fumo lo rilassa, lo fa star bene con gli amici, in giro in centro a passeggio. Secondo quanto emerge dai colloqui con S., la dipendenza non si è ancora strutturata, fumare riveste soprattutto una funzione di socializzazione.
Nel corso delle sedute con S. abbiamo lavorato sulla sua consapevolezza personale. Le riflessioni sono state dirette a cercare di rinforzare le sue modalità di interazione con il gruppo. S. si rende conto che fumare per un mero bisogno di stare con gli altri non ha realmente senso. Si confronta parlando di sé, delle insicurezze che vive quando si sente fuori dal gruppo. Si accorge che fumare non lo rende più forte, ma al contrario lo indebolisce, non tanto agli occhi degli altri, quanto proprio nei confronti di se stesso. Una riflessione profonda, dalla quale partire per motivare S. a stare lontano dalla cannabis.
I genitori di F., invece, hanno scoperto casualmente da circa un mese il consumo del figlio. Arrivano in studio disperati, la paura è che dagli spinelli si possa andare oltre ed arrivare anche al consumo di sostanze pesanti. Hanno parlato con il figlio, confrontandosi, e quest’ultimo ha minimizzato, considerando i genitori un po’ come degli sprovveduti, secondo lui per la scarsa conoscenza delle problematiche legate al consumo di sostanze. La preoccupazione della famiglia però è forte e dal punto di vista emotivo sono in grande difficoltà. Abbiamo analizzato la situazione insieme ai familiari, cercando di capire la strategia più efficace da adottare nella relazione con il figlio. La strada è quella di impiegare le giuste leve per parlare con il ragazzo, mostrandosi sufficientemente consci ma anche capaci di gestire la dinamica relazionale.
Nel caso dei genitori di F., abbiamo potenziato il dialogo, cercando di non eliminare le barriere, sfruttando un linguaggio più vicino a quello del ragazzo. F. è in una fase di sperimentazione e ha bisogno di essere seguito, capito; contemporaneamente è comunque fondamentale fissare dei limiti e stimolare un ambiente familiare comprensivo e di fiducia. Parlare, costruire il dialogo: questo è il primo, vero ed unico strumento che deve essere impiegato con i ragazzi, nel caso di consumo di sostanze. Non è certo un rimedio semplice, richiede delicatezza, attenzione, esperienza, e per questo il supporto di un esperto può risultare estremamente utile.
Categorie: Adolescenza
Tag: adolescenti, dipendenza da cannabis, genitorialità
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