Disturbo dell’immagine corporea: cos’è, sintomi e come affrontarlo
Guardarsi allo specchio e non riuscire a riconoscersi davvero. Sentirsi sempre “sbagliati”, anche quando gli altri ci rassicurano. Questa è l’esperienza di molte persone che soffrono di disturbo dell’immagine corporea. Non si tratta semplicemente di desiderare un corpo diverso, ma di vivere una percezione profondamente distorta di sé, che condiziona emozioni, pensieri e comportamenti quotidiani.
Che cos’è il disturbo dell’immagine corporea?
Il disturbo dell’immagine corporea si manifesta quando il modo in cui una persona vede e sente il proprio corpo non corrisponde alla propria percezione della realtà. Non riguarda solo il peso o la forma fisica. Talvolta l’attenzione si concentra su dettagli specifici, come la pelle, le gambe o la pancia, che diventano fonte di continua preoccupazione. Questa percezione alterata spesso compare in adolescenza, un periodo delicato in cui l’identità personale e corporea è ancora in costruzione. Basta una critica sul peso, una presa in giro a scuola o un confronto doloroso con i modelli estetici dominanti per lasciare un segno profondo e condizionare il modo in cui ci si vede allo specchio. In altri casi, il disturbo dell’immagine corporea emerge dopo un’esperienza diretta di sofferenza legata a un disturbo alimentare. Può accadere che, anche una volta recuperato un peso adeguato e ristabilita una buona condizione di salute, la persona continui a percepirsi “sbagliata” o diversa da come realmente appare. È come se la mente rimanesse ancorata a un’immagine passata del proprio corpo, incapace di riconciliarsi con il cambiamento.In ogni caso, ciò che accomuna chi ne soffre è l’idea che il corpo sia sempre inadeguato, difettoso o da correggere.
Disturbo dell’immagine corporea: sintomi e segnali da non ignorare
Chi vive questo disturbo spesso si guarda allo specchio alla ricerca di difetti, oppure al contrario evita il più possibile di specchiarsi, indossando abiti larghi per “nascondersi”. L’autocritica diventa una voce costante che accompagna la giornata, generando vergogna, ansia sociale e, nei casi più gravi, evitamento ed isolamento. Questa lotta interiore non rimane senza conseguenze: possono comparire diete rigide, eccesso di attività fisica o pensieri depressivi. Anche quando il corpo è perfettamente sano, la persona lo percepisce come sbagliato, fragile o inadeguato.
Perché accade?
Le cause sono molteplici. C’è chi sviluppa un disturbo dell’immagine corporea per via di un’autostima fragile o di un atteggiamento perfezionista. C’è chi ha vissuto esperienze relazionali dolorose, come prese in giro o critiche sul proprio aspetto. E c’è anche l’influenza costante dei modelli estetici proposti dai media e dai social, che rendono il confronto con gli altri una sfida quotidiana e, spesso, “impossibile” da vincere.
Conseguenze sulla vita quotidiana
Il disturbo dell’immagine corporea non si limita al rapporto con lo specchio. Può incidere sulle relazioni affettive, rendendo difficile vivere con serenità la propria intimità. Può portare a rinunciare a momenti sociali per paura del giudizio. Può addirittura minare la salute fisica, attraverso condotte alimentari squilibrate o allenamenti estenuanti. E, sul piano psicologico, alimenta ansia, tristezza e senso di inadeguatezza.
La terapia breve strategica può aiutarti ad affrontare questo disturbo
Un percorso psicoterapeutico mirato, come la Terapia Breve Strategica, aiuta a spezzare i circoli viziosi che alimentano la percezione distorta del corpo. Attraverso tecniche specifiche, la persona impara a ridurre i rituali di controllo, a modificare le credenze rigide e a costruire un’immagine di sé più realistica e meno severa. Il lavoro terapeutico non è solo cognitivo, ma anche esperienziale: significa vivere nuove modalità di rapportarsi al proprio corpo, scoprendo che lo specchio può smettere di essere un nemico.
Un caso clinico reale
Un segnale importante è quando il rapporto con il proprio corpo diventa fonte di sofferenza quotidiana e influenza scelte, relazioni e stati d’animo. Una mia giovane paziente, dopo aver affrontato l’anoressia, nonostante avesse recuperato un peso sano e una buona condizione di salute, continuava a vedersi “troppo grande” ogni volta che si specchiava. Questa percezione distorta la faceva sentire intrappolata in un corpo che non corrispondeva a come lei credeva di essere.
Le strategie applicate nel percorso
Nel lavoro terapeutico ci siamo concentrati, innanzitutto, sui pensieri eccessivi e ripetitivi legati alla sua immagine. Era come se la mente fosse costantemente occupata dal corpo, senza lasciare spazio ad altro. Attraverso strategie specifiche, abbiamo imparato a ridurre il tempo e l’energia spesi in questi pensieri, così da non renderli più totalizzanti. Un secondo passo è stato quello delle piccole esposizioni guidate: guardarsi allo specchio in momenti prestabiliti, con un obiettivo preciso, evitando il “controllo eccessivo”. In parallelo abbiamo lavorato sui check costanti del corpo, come tastarsi, misurarsi o confrontarsi con foto e vestiti, comportamenti che alimentavano l’ossessione invece di ridurla. Lavorando gradualmente, la paziente ha imparato a lasciare andare questi rituali e a tollerare la sensazione di imperfezione, scoprendo che la realtà era diversa da quella che la sua mente le restituiva.
Da dove iniziare?
Il disturbo dell’immagine corporea può sembrare un nemico invisibile, perché nasce dentro la mente e si riflette nello specchio. Ma non è invincibile. Attraverso un percorso terapeutico mirato è possibile recuperare la capacità di guardarsi con occhi diversi, meno severi e più realistici. Riconoscere il problema è il primo passo. Il secondo è decidere di chiedere aiuto, contattami al 3404190915


