Che cos’è la dipendenza da farmaci? E perchè può essere molto gravosa e pericolosa per il benessere della persona? Da ormai più di dieci anni mi occupo di dipendenze patologiche. Nel corso di questo periodo ho visto un’evoluzione costante del fenomeno della dipendenza in generale, e ho notato come, a prescindere dall’oggetto di dipendenza, vi siano alcuni criteri fondamentali che possono risultare utili ai fini di poterne uscire. Nello specifico, l’articolo mira a mettere in luce un importante criterio trasversale che va tenuto presente anche nel caso della dipendenza da farmaci. Partiamo quindi prima da questa forma particolare di dipendenza, meno conosciuta ma purtroppo molto diffusa.
I farmaci di cui stiamo parlando sono solitamente quelli prescritti dal medico nelle patologie più tipiche. La precisazione è doverosa, in quanto dal mio punto di vista, assumere un determinato farmaco non è un criterio negativo. Perchè nel momento in cui lo assumiamo questo assolve all’effetto per cui è stato effettivamente prescritto, e cioè per la patologia riconosciuta dal medico. L’eventuale problematica nasce nel momento in cui il farmaco viene assunto secondo dosi non prescritte e/o in modalità scorrette. Ovvero quando lo si usa come un presidio di auto-medicazione, magari allo scopo di non provare emozioni negative, di sottrarsi alla quotidianità oppure addirittura per raggiungere uno stato di “sballo” dal punto di vista mentale.
Le tre principali categorie di farmaci che vengono comunemente utilizzati in maniera scorretta sono i seguenti:
I sedativi sono tra i più abusati. Le gocce o le compresse, spesso della classe delle Benzodiazepine, hanno proprietà sedative, aiutano a riposare, a ridurre lo stato di agitazione, ad affrontare momenti della quotidianità in cui la percezione emotiva potrebbe farci stare male. Anche gli oppiodi sono molto usati, soprattutto fra i più giovani, per l’effetto euforico che generano. Questa è una classe di farmaci facilmente reperibili e che può indurre rapidamente una significativa dipendenza, se non assunti sotto stretto controllo medico.
La dipendenza può iniziare nel momento in cui si tende ad aumentare le dosi. Quando cioè l’effetto iniziale non è più percepibile e diventa necessario un aumento delle quantità, e spesso anche della frequenza di assunzione. Se quantità e frequenza di assunzione diventano eccessive, allora il soggetto si trova nella necessità di procurarsi il farmaco con ogni mezzo, spesso non lecito, magari arrivando a produrre una prescrizione medica falsa. In alcune situazioni più gravi anche la metodologia di assunzione cambia, e vi possono essere casi in cui il farmaco viene sniffato oppure iniettato direttamente in vena. Il rischio è poi quello di iniziare ad assumere contemporaneamente anche altre sostanze, per potenziare gli effetti.
Dal punto di vista del trattamento ritengo fondamentale, come in molte altre problematiche legate alle dipendenze, lavorare sulla motivazione personale. Nell’ambito della Terapia Breve Strategica il lavoro motivazionale con l’assistenza di uno psicoterapeuta riesce a favorire sin da subito un buon margine di miglioramento e un’astinenza dai farmaci. Sembra strano parlare di motivazione, tuttavia si tratta di un alleato incredibile nel percorso di miglioramento e benessere. E’ una scelta gravosa e difficile, ma è un passo fondamentale per poter nuovamente intravvedere uno spazio di vita autonoma, priva dell’uso di farmaci e di sostanze. Spesso in molti casi consiglio di intraprendere inizialmente un percorso di disintossicazione presso la casa di cura “Parco dei Tigli”, per una prima pulizia rispetto ai sintomi fisici della dipendenza. Al quale far seguire poi un percorso clinico di supporto in studio, nel corso del quale lavorare, come detto, sugli aspetti personali e motivazionali.
Categorie: Dipendenze
Tag: dipendenza da droghe, dipendenza da farmaci, Terapia Breve Strategica
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