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Attacco di panico e altitudine. Quando il panico prende il sopravvento!

10 Dicembre 2021

Attacco di panico e altitudine sono uno strano binomio che tuttavia ha un legame spesso direttamente proporzionale. Nell’ultimo anno ho affrontato, all’interno del mio studio di psicoterapia, molte situazioni del mondo dello sport ad alta quota. Scalare spesso riserva delle sensazioni al limite con se stessi. In realtà non solo l’arrampicata ma anche l’alpinismo e l’escursionismo ad alta quota possono far sorgere in molti sportivi, non solo atleti, una paura eccessiva che rischia di bloccarli e non permette loro di divertirsi o di svolgere una performance di qualità.  Nell’articolo di oggi affronterò tre storie vere dedicate alla montagna e al mondo dello sport e metterò in evidenza come la mente determina le nostre prestazioni. 

 

Attacco di panico e altitudine: i temporali

Frequentando spesso la montagna in quota tutti sanno che è facile imbattersi in un temporale. O comunque in condizioni meteo che possono essere avverse. Normalmente un equipaggiamento adatto e di qualità, insieme ad un controllo delle condizioni meteo prima di muoversi, permettono di decidere se iniziare un’escursione oppure non intraprenderla. Il problema effettivamente è capire quando ritirarsi oppure proseguire.

Un caso di ossessione dei temporali

Il caso che vi racconto oggi riguarda una vera e propria ossessione dei temporali. Una paura irrazionale manifestata dal paziente S. (nome di fantasia) che ho seguito in studio, e che solo grazie al percorso di psicoterapia ha compreso quale fosse la sua vera paura e come superarla. Non era realmente il temporale, bensì l’ossessione del temporale stesso a bloccare completamente S.. Il lavoro terapeutico si è incentrato sul cercare di ridurre l’ossessione, sia a livello di pensiero angoscioso, sia anche in relazione al controllo ripetitivo e compulsivo delle previsioni meteo. Il cruccio mentale si era trasformato in qualcosa di costante ed intrusivo, la passione per la montagna non era più la stessa. Solo iniziando a ragionare in maniera differente S. è riuscito a superare la sua paura dei temporali e a trovare nuovamente nella montagna un momento di benessere fisico e mentale.

Attacco di panico e altitudine: l’alpinista con la paura dei crepacci

M. (nome di fantasia) frequenta l’alta montagna con amici molto esperti. Lui normalmente è prudente e sa quando è il momento di ritirarsi oppure di non tentare un passaggio potenzialmente rischioso. Nelle ultime uscite più volte si è trovato ad affrontare situazioni da lui giudicate “al limite”. In realtà il problema nasceva da un dubbio:

mi sono davvero trovato in situazioni al limite oppure ho solo una paura che non riesco ad affrontare?

Il percorso di terapia si è incentrato quindi sul cercare di fare chiarezza riguardo alle sue emozioni e soprattutto alla paura di morire.

L’ultima volta non c’erano protezioni e ho dovuto chiedere aiuto al mio compagno per superare un passaggio delicato, la paura di cadere nel crepaccio era molta

Senza l’aiuto del compagno non sarebbe riuscito a superare il passaggio. La paura può portare a sperimentare blocchi emotivi anche molto intensi. Il percorso di terapia si è incentrato quindi sul cercare di fare chiarezza riguardo alle sue emozioni e soprattutto alla paura di morire.Il lavoro terapeutico gli ha infine consentito di superare le emozioni di paura e di focalizzare l’attenzione essenzialmente sui momenti chiave dell’arrampicata

Attacco di panico e altitudine: emozioni ad alta quota

Mi definisco un arrampicatore emotivo, quando sono troppo stressato non riesco a scalare neanche un grado semplice

Cosa significa essere un “climber emotivo”? N. (nome di fantasia) aspetta ogni fine settimana per uscire in falesia o andare a fare una via con il suo compagno di scalata. Ma quando è stanco emotivamente non riesce a dare il massimo di sé.

L’ultimo week end mi sono bloccato, avevo paura di “volare”, non riuscivo a fare nulla, mi sentivo goffo ed impacciato

Sensazioni come queste limitano e rendono un inferno anche un piacevole weekend di arrampicata. N. si è messo in discussione, ha chiesto aiuto perchè vuole che la sua passione per l’arrampicata non venga influenzata negativamente dalle emozioni. Una maggiore consapevolezza del proprio stato emotivo, unita ad alcune strategie psicologiche per la regolazione emotiva, hanno rappresentato un vero e proprio successo per i suoi momenti di tempo libero. N. afferma adesso con soddisfazione:

ho finalmente capito come liberarmi dalle emozioni disfunzionali e rendere al massimo in parete

Credo che a tutti i livelli, sia come atleta che anche solo come appassionato dello sport, un percorso di psicoterapia o coaching individuale, possa veramente trasformare i limiti personali in risorse. Un momento di riflessione e approfondimento riguardo alle proprie potenzialità ma anche soprattutto ai propri blocchi psicologici, per riuscire al meglio nella performance sportiva.

Contattami al 340 41.90.915 oppure scrivimi a studio@guidodacutipsicologo.it per avere maggiori informazioni su come funziona un percorso di Terapia Breve Strategica oppure di Coaching Strategico, focalizzato sul miglioramento delle tue performance sportive e non.

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Tag: arrampicata, Attacchi di Panico, paura dell'altezza, Terapia Breve Strategica

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