L’adolescenza è una fase della vita intensa, ricca di trasformazioni, ma anche delicata. È proprio in questi momenti che possono emergere prime difficoltà emotive, relazionali o comportamentali, spesso confuse con “fasi passeggere”. In realtà, dietro certi segnali — un calo nel rendimento scolastico, sbalzi d’umore, difficoltà a relazionarsi o gesti di ritiro — può nascondersi un disagio che merita ascolto e comprensione.
I genitori, così come insegnanti, allenatori o educatori, svolgono un ruolo centrale nel riconoscere questi segnali e offrire ai ragazzi un ambiente sicuro in cui potersi esprimere. Un intervento precoce, empatico e competente può fare la differenza, aiutando bambini e adolescenti a ritrovare fiducia in sé stessi e negli altri.
Durante l’adolescenza, l’ansia può diventare una compagna silenziosa ma ingombrante. Cambiamenti nel corpo, pressioni scolastiche, aspettative sociali e familiari possono generare un senso costante di preoccupazione o tensione difficile da gestire. In alcuni casi, l’ansia si manifesta con attacchi di panico: episodi intensi e improvvisi, in cui il cuore batte forte, manca il respiro e la paura sembra travolgere tutto.
Spesso i ragazzi faticano a spiegare cosa provano e si vergognano, temendo di essere giudicati. Riconoscere questi segnali è il primo passo per aiutarli. Attraverso un percorso di terapia è possibile dare un nome a ciò che accade, imparare a gestire l’ansia e ritrovare fiducia nelle proprie risorse.
La depressione in adolescenza può assumere forme diverse rispetto a quella adulta. A volte si presenta con tristezza profonda e ritiro sociale, altre volte con irritabilità, sbalzi d’umore, rabbia o comportamenti oppositivi. Il ragazzo o la ragazza può iniziare a perdere interesse per ciò che prima lo motivava, sentirsi vuoto, inutile, o incapace di affrontare anche le piccole sfide quotidiane. In certi casi compaiono anche pensieri autosvalutanti o, nei casi più gravi, idee autolesive.
Spesso questo malessere viene confuso con una “fase” o un normale cambiamento adolescenziale, ma quando il disagio persiste o peggiora, è importante non minimizzare. La depressione giovanile può essere affrontata efficacemente con la psicoterapia, aiutando il giovane a ritrovare fiducia, direzione e strumenti per esprimere il proprio mondo interno.
Ognuno di noi in riferimento alla propria carriera scolastica, potrebbe descrivere difficoltà scolastiche in cui l’ansia, la preoccupazione ed altre emozioni lo hanno costretto al cosiddetto “blocco dello studente”.
Dobbiamo però distinguere le difficoltà che si incontrano in un’interrogazione, nella preparazione di un esame, dalle situazioni che si trasformano in problemi strutturati e persistenti nel tempo. In questi casi la vita scolastica si trasforma in un vero e proprio “inferno” all’interno del quale lo studente non riesce a trovare una via d’uscita e vi rimane intrappolato, senza riuscire a trovare alternative possibili.
Tratto le seguenti problematiche di blocco scolastico e di studio: stili e modalità di studio poco efficaci, eccesso di perfezionismo, un controllo eccessivo che porta ad una perdita di controllo, “panico da esame o da verifica”: paura e ansie connesse ad un’interrogazione, un esame, rabbia e delusione ad esempio nel non riuscire a superare un esame o nel non riuscire ad ottenere la sufficienza in un’interrogazione, mancanza di obbiettivi e demotivazione.
In adolescenza, il confronto con l’autorità può trasformarsi in una vera e propria battaglia quotidiana. Quando la sfida alle regole diventa costante, aggressiva e fuori misura, potremmo trovarci di fronte a un Disturbo Oppositivo Provocatorio.
Chi ne soffre mostra un comportamento marcatamente provocatorio, oppositivo e ostile, soprattutto nei confronti di figure adulte come genitori e insegnanti. La rabbia sembra esplodere per ogni frustrazione, il “no” diventa la risposta predefinita, e le relazioni familiari si caricano di tensione e conflitti continui.
Spesso, alla base di questi comportamenti, non c’è solo “cattiveria” o volontà di disobbedire, ma una difficoltà emotiva profonda nel gestire frustrazione, regole e comunicazione. Intervenire precocemente aiuta non solo il ragazzo, ma anche i genitori a uscire dal circolo vizioso dello scontro continuo.